Le origini
La zona a Nord di Napoli, un tempo assai fertile, fu abitata da Opici, Osci e Sanniti, come testimoniano i numerosi reperti archeologici, rinvenuti all'inizio di questo secolo, anche se probabilmente i primi abitanti di Piscinola furono i veterani romani, reduci dalle guerre puniche. A quell'epoca, verso il 326 a.C. Roma estese il suo dominio a Sud e colonizzò la Terra di Lavoro assegnando, appunto, l'ager publicus (vale a dire appezzamento di terreno pubblico) ai veterani, sia per coltivarlo, che per difenderlo con le armi, in caso di sommosse da parte delle popolazioni locali, di recente conquista. La colonizzazione fu lenta e solo verso il 100 a.C. si svilupparono i primi insediamenti stabili: chiamati "castrum" o "oppidium". A questo periodo risalgono la maggior parte dei reperti archeologici, rinvenuti nel XX secolo, sotto le antiche masserie Filanda e Splendore o vicino alle masserie Fiore ed Epitaffio. Il ritrovamento di vasi, anfore, armi e numerosi oggetti di vita quotidiana, dimostrano la preesistenza nei luoghi anche di ville patrizie.
La prima notizia storica di Piscinola risale al VI secolo, quando Belisario, in guerra con i Goti, strinse l’assedio attorno alla città di Napoli. Alla fine, penetrato in città dall'acquedotto presso San Giovanni a Carbonara, sterminò la popolazione. Quindi si recò a Roma, dove papa Silverio lo rimproverò aspramente per la strage. Pentitosi, torno a Napoli l'anno successivo (536) e vedendo lo stato di abbandono della città, decise di ripopolarla. Perciò trasferì a Napoli gli abitanti dei casali circostanti (allora chiamati ville o vichi). Fra questi la villa più popolosa era quella di Piscinola. I primi documenti, nei quali si menziona il toponimo di Piscinola, sono gli atti notarili, che trattano la cessione di vari appezzamenti di terre. In alcuni di essi si citano anche le chiese Estaurite del SS. Salvatore e di S. Sossio. Il documento più antico risale all'anno 250.
In molti documenti antichi l'abitato di Piscinola viene spesso menzionato anche col toponimo di Terra del Salvatore, forse a causa dei possedimenti (grance) posseduti a Piscinola dal monastero esistente sull'isoletta di Nisida, chiamata a quei tempi "isola S. Salvatoris". È da ritenere che, proprio a causa di questo legame storico, i monaci del convento di Nisida ebbero a contribuire non poco alla diffusione del culto del SS. Salvatore presso gli antichi abitanti di Piscinola.
.