Tra etimologia e leggenda

L’etimologia di Piscinola deriva dal termine “piscinula”, ossia "piscina" o "vasca", in riferimento forse ad un'antica struttura idraulica nelle vicinanze del primitivo insediamento abitativo. Nonostante il chiarissimo riferimento all'acqua, del tutto oscure sono l'ubicazione e le funzioni di tale vasca.

Tre sono le ipotesi: o si trattava di un serbatoio per la raccolta delle acque, in un sistema di irrigazione dei campi o di una cisterna, ad uso degli abitanti o di parte di un sistema di bonifica. A quanto pare le vasche erano due: c'era una vasca più piccola e antica, chiamata “piscinella”, sita presso le masserie delle cupe Filanda, Teverola e Perillo, dalla quale forse derivò l’etimologia della località, chiamata tuttora "Piscinella“ ed un’altra vasca, posta più a Sud e più grande della prima, di costruzione successiva.

Risulta verosimile pensare che, vista la ridotta capacità di stoccaggio della vasca primitiva, nascesse la necessità nei primi abitanti di costruire una seconda struttura più grande, per far fronte all’accresciuto bisogno, derivante dall’aumento demografico, ma anche da un nuovo insediamento sul territorio, che in relazione alla nuova opera probabilmente ne assunse la denominazione e fu chiamato, appunto, Piscinola.

Nel corso del tempo, la salubrità dell’aria di questo posto, le genuinità della terra e della sua gente, attrasse l’immaginario di alcuni cortigiani che vuoi per la vicinanza o sfuggire l’ira del sire vuoi per ricerca di quiete, pensarono di stabilirvisi edificando dei grandi palazzi, come il Palazzo De Luna, palazzo Don Carlo o successivamente i palazzi Grammatico e Chiarolanza che, alla moda dei vecchi feudatari, li vollero difesi da altissime mura e con giardino e cortile interno e podere retrostante.

Le tante storie sul perché questo villaggio si chiamò Piscinola, non hanno mai chiarito la questione, chi dice che fu dovuto all’utilità dei numerosi pozzi, chi sostiene che se così fosse si sarebbe dovuto chiamare Pozzuoli (famosa in epoca romana per la pozzolana che s’estraeva da vene a forma di pozzo) oppure doveva chiamarsi Pozzilli come la località in provincia di Isernia, conosciuta proprio per i suoi mille pozzi d’acqua sorgiva, ma qui non esistono vene pozzolaniche o sorgenti.

Più sicuramente Piscinola viene dal latino piscina-ae: piscina come abbeveratoio, serbatoio d’acqua, supposizione che resta più attendibile perché riprende un’anteriore tradizione orale in auge sino ai tardi anni '50 che recitava così: “dall’oblò lucernario del soppegno del palazzo Chiarolanza, c’era, (sino al finire degli anni cinquanta), un curioso mezzo busto di monaco il cui indice della mano destra inclinata, indicava una precisa direzione, la cui proiezione, puntava nel bel mezzo della Piazza del Plebiscito...". In quegli anni si diceva che sotto quella piazza fosse seppellita una antichissima ed enorme piscina di costruzione etrusca o romana, il cui fondo celasse addirittura un favoloso tesoro, da cui il nome del Villaggio.

Resta il fatto che qui gli antichi, fecero le case sul corso delle acquarole, millenari corsi d’acqua alimentati per tre stagioni all’anno dalla pioggia, che scendendo dalla collina (sud), s’incanalava su tre letti, per Via Vittorio Emanuele (o cap’e’coppa) e Via S.S. Salvatore (sott’a’chiesa) e Via G.A. Campano (a via’nova e Chiaiano).

I primi due corsi, confluendo, crearono la piazza o l’agorà del villaggio (Piazza Municipio e Piazza del Plebiscito) a nord per poi defluire in Via Aquarola (abbasci’all’acquarone) e stagnare, dopo un lungo tratto, finalmente, nell’acquitrinio di Scampia a nord-ovest, mentre il terzo corso, alla fine di Via G.A. Campano (a via’nova e Chiaiano), deviava a sinistra della discesa, in una strada sterrata detta (abbasci’e’massarie o abbasci’o’Perillo,Filanda, Teverola e Perillo), andando ad irrigare la campagna.

In quel tempo per costruire le case, si scavava un buco nel tufo e quando si trovava quello giallo, si cavavano le pietre e si portavano su, mentre quel buco diventava cisterna o pozzo, dove si convogliava l’acqua piovana per berla o per lavarsi, così ogni palazzo aveva il suo pozzo e tutti vi attingevano, ognuno calava il secchio e da quello si dissetava, vuoi con un mestolo o un secchiello.

Gli anziani più vecchi raccontavano di non ricordare il nome del villaggio prima che si chiamasse Piscinola, rammentavano certamente che questo posto era antichissimo. Qualcuno ricordava memoria di avi remoti, che ancor prima che fosse edificata la chiesa, proprio sotto il campanile, c’era (mia memoria visiva) un’ara sacrificale di marmo bianco a base tonda con rilievi scolpiti intorno alla sommità e bassorilievi incisi sulla sua base di tipologia etrusca, greca o romana e che proprio su questo altare pagano, fosse stata edificata la chiesa del Salvatore, favola che non ha niente di fantastico, infatti, dopo il concilio di Nicea, parecchi templi pagani divennero chiese cristiane.

Sappiamo che queste terre, furono date ai veterani romani per difenderle dagli invasori, e che erano eccellenti ingnegneri e che Piscinola ha un'orografia che presenta il sud in alto ed il nord in basso, per cui si pùò supporre attendibilmente che questi numerosi pozzi fossero collegati tra loro e che una volta colmi, convogliassero l'acqua esondata in un grande manufatto di utilità pubblica.


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